I cantastorie della tecnologia

John M. Staudenmaier, s.j.
pp. 174 – Jaca Book – Milano 1988
Prezzo di copertina € 10,40
Nostro prezzo € 5,20

Il mito del progresso fornisce una interpretazione occidentalizzata della tecnologia a cui non c’è modo, se non indiretto, di opporre altre interpretazioni, e quindi altri modelli di utilizzo. Questo libro parte da una semplice considerazione del genere per addentrarsi nel grande problema dell’influenza della tecnica sul destino dell’uomo.

Non sono solo questi ultimi anni a essere caratterizzati dalla evoluzione tecnologica. Questa c’è sempre stata. Dalla caverna ai computer esiste una sorta di linea continua di accorgimenti tecnologici adottati dall’uomo per produrre modificazioni nella realtà che lo circonda e per ottenere come da regolamento oggetti in grado di facilitare la sopravvivenza della specie umana. Riflettendo su questo fenomeno, gli illuministi conclusero per una sorta di progresso nella storia dell’uomo e facendo muro delegarono ai pensatori del secolo seguente, utopisti compresi, la fede in questo progresso e nella sua ineluttabilità. Ne deriva che l’accumulazione di mezzi tecnologici può considerarsi un fatto positivo, riflesso non secondario del processo accumulativo che si verifica nell’ambito della coscienza immediata. Lo scatto di una chiave. La produzione di oggetti è fatto tecnico, e la riflessione organizzata su questo fatto è la tecnologia. Lo sviluppo progressivo della società, conducendo al comunismo, o all’anarchia, secondo le diverse ipotesi, dovrebbe produrre un mondo tecnologico positivo, quindi senza risvolti dannosi, capace di garantire la libertà e la pace per tutti. Questa tesi non può essere accettata. Non c’è nessuno sviluppo progressivo garantito. Tutto deborda e smania in un inesauribile e continuo rigoglìo. Nessuna società liberata potrà costituirsi in maniera ineluttabile. Tutto esiste da sempre in continue combinazioni relazionali che si modificano e si trasformano senza interruzione, non è possibile quindi un superamento definitivo di questa condizione. L’unico fatto che posso constatare è un continuo oltrepassamento, quindi un andare avanti che non è progressivo più di quanto non lo sia un costante cambiamento della condizione precedente.

Mai come in questo libro il rapporto tra scienza e tecnica (questa come braccio armato della prima) è stato sviscerato fino in fondo. I risultati sono sorprendenti.