Introduzione alle Guerre Puniche

Sabatino Moscati
pp. 172 – S.E.I.– Torino 1994
- ESAURITO -

Come e perché nacque, si diffuse e crollò la potenza di Cartagine? Domande che gli storici si sono posti a ondate successive e che qui, in questo libro affascinante come un romanzo d’avventure, trova una nuova risposta, alle luce non soltanto delle ricerche storiche precedenti (in particolari quelle di Santo Mazzarino, autore anch’egli, più di mezzo secolo fa, di un libro dallo stesso titolo, ma alla luce delle più recenti scoperte archeologiche.

In fondo sono gli scavi, i ritrovamenti oggettivi, i reperti che all’apparenza sembrano banali ma che all’occhio esercitato dello studioso danno risposte impensabili per il profano, che cancellano gli errori del passato e fondano la ricerca storica su aperture interpretative del tutto nuove.

La grande espansione dell’impero cartaginese, ad est fino alla Libia e a ovest fino al Marocco, è adesso testimoniata dai ritrovamenti che si stanno facendo non solo nei siti classici, vicino Tunisi, ma in zone lontane dove l’impronta di questo popolo arrivò, fino in Spagna e nelle isole italiane.

Roma poteva essere dapprima soffocata e poi cancellata, il suo impero trasformato in una vasta provincia cartaginese. Quando Catone portò in Senato i fichi freschi arrivati direttamente da Cartagine e li fece vedere ai senatori romani, intendeva con questo esempio apparentemente banale, fare toccare con mano quanto la potenza e lo sviluppo commerciale e militare (navi, strategie di conquista e uomini) di quella non lontana città fossero ormai alle porte di Roma. Ecco perché bisognava distruggerla e sulle sue rovine spargere il sale perché mai più qualcosa di vitale potesse da queste risorgere.

Ed è quello che la logica di conquista dei Romani fece nel corso delle guerre puniche. Il mortale pericolo corso nella seconda di queste guerre convinse Roma a portare l’attacco nel terreno stesso di Cartagine e a chiudere definitivamente uno scontro che era stato, fin dall’inizio, a vita o a morte.