E la filosofia scoprì l'America. L'incontro-scontro tra filosofia europea e culture precolombiane

[a cura di] Laureano Robles
pp. 462 – Jaca Book – Milano 2003
Prezzo di copertina € 34,00
Nostro prezzo € 17,00

Quale era la situazione culturale e specificatamente filosofica in Europa prima della scoperta dell’America? Quali furono le conseguenze teoriche di questa scoperta? In altre parole, quali erano la cultura e la visione filosofica dei conquistatori spagnoli prima della conquista e quali divennero a seguito di questo evento grandioso? E, dalla parte dei conquistati, quali furono le conseguenze di questo afflusso di uomini sconosciuti e di idee del tutto diverse? Quali sono state le trasformazioni determinate da questo incontro-scontro?

Tali le domande che si pone questo volume che fa parte della “Enciclopedia Ibero-Americana de Filosofia”. Dalle risposte appare chiaro che l’idea delle reciproche conseguenze, e quindi lo studio degli influssi e delle modificazioni che si verificarono nei conquistati ma anche nei conquistatori, è un risultato relativamente moderno. Ci sono voluti quasi cinque secoli perché questa tesi riuscisse a farsi largo, sostituendo l’altra, la precedente, che vedeva l’accettazione da parte dei “selvaggi” della cultura “superiore” dei “civilizzati”.

L’azione violenta con cui si concretizzò il dilagare europeo nell’America precolombiana fu qualcosa di spaventoso, milioni di morti ne furono il primo risultato. Eppure, al di là di questo terribile tributo, vi fu un profondo influsso modificativo anche nella mentalità e nella cultura dei conquistatori. È ciò che studia, con larga messe di risultati, questo libro. Gli studi raccolti riguardano: il pensiero filosofico in Spagna al momento della conquista, la scienza europea prima del 1492, il pensiero náhuatl, il pensiero maya, il pensiero incarico, il pensiero rinascimentale in Spagna e in America, il processo di conquista dell’America, Francisco De Vitoria, Bartolomé De Las Casas, Bernardino de Sahagún, filosofi umanisti novoispani, le concezioni della storia, la visione provvidenzialista della storia, il pensiero logico.

In questi studi, tutti di ampio respiro e di esauriente documentazione, si vede come nasce il pensiero moderno, come si sviluppano i nuovi studi di antropologia, come si gettano le basi di un pensiero filosofico e politico aperto a tutto il mondo e non chiuso soltanto nell’ambito del vecchio continente.

La scoperta di un mondo assolutamente diverso portò a una visione logica diversa, a una costruzione che negava i risultati della filosofia greca. La “verità” non sarà mai più qualcosa di assoluto, ma accetterà di essere tale solo attraverso la verificazione e il confronto con l’assolutamente altro, con la novità impensabile, con la realtà sconosciuta e paurosamente da accostare con cautela ma anche con coraggio.