L’isola pianeta e altri Settentrioni

Giorgio Manganelli
pp. 321 – Adelphi – Milano 2006
Prezzo di copertina € 15,00
Nostro prezzo € 12,50

Un taccuino di viaggio straordinariamente inusitato. I luoghi visitati (?) sono Islanda, Finlandia, Danimarca, Scozia, Inghilterra, Germania, Norvegia, tutti paesi dove non ci sono deserti. Eppure il curatore, Andrea Cortellessa, parla di deserto, citando una frase di Henry James. Perché il deserto? non ci sono deserti nei paesi sopra citati.

“Ogni viaggio comincia con un vagheggiamento e finisce con un invece”, afferma lo stesso Manganelli, ma è di più: “non è solo fatto di momenti pensosi, istruttivi, didascalici, melodrammatici, di memorie letterarie, di brividi rivelatori, di un andare a zonzo vedendo stranezze, stravaganze, e cose che tali sembrano a chi viene da un paese affatto diverso”. Ma perché deserto? I lettori di Manganelli lo sanno, e questo libro li conforterà appieno nella loro tesi del cuore. Viaggiare significa avvicinarsi alla realtà, viaggiare secondo l’idea di Manganelli significa perdere ogni pretesa di possesso, di codificazione del di già visto, significa conoscere fino in fondo che cosa è la realtà, una esperienza che satura tutte le valenze della percezione, dando consistenza a qualcosa di diverso, di regola soltanto intuito e poi volontariamente abbandonato sul ciglio della strada, ma qualche volta raccolto con amore e portato con sé nella intrapresa del deserto. Spesso l’atrocità dell’assenza è tanto forte che la presenza si costruisce un’assenza di comodo, sufficientemente integrata nel mondo delle regole, anche se per qualche motivo marginale, decisamente innocuo, continua a restare assenza. Quanti benpensanti vanno nel deserto, ma con potenti mezzi e armi obbligatorie a bordo, scorte di custodi e di viveri, non aspettano che il vento nero della notte soffi sulle loro facce. Manganelli ha vissuto il proprio deserto in paesi privi di questa espressione geografica. L’assenza non può accettare di essere conosciuta, se lo è entra nel mio cuore con un brivido e diventa un tizzone ardente che lo brucia senza sosta, oppure se si acquieta, addomesticandosi alle mie proposte integrative, è solo una foto appesa alla parete con il mio stivale sul leone morto.