Le nove valigie

Béla Zsolt
pp. 318 – Guada – Parma 2004

- ESAURITO -

Béla Zsolt è un noto giornalista liberale ungherese di origini ebraiche che, dopo l’invasione nazista, si ritrova ghettizzato e deportato ad Auschwitz. Queste sono le pagine che raccontano una odissea di morte e di sofferenze. “Ho perduto tutto, la patria e molte altre cose, dopo il 19 marzo 1944”.

Quello che appare più crudele è il gran daffare che si danno in gran numero i poliziotti ungheresi, al servizio dell’occupante, la loro ferocia e la loro puntugliosità nel mandare a morte sicura vicini di casa e vecchi conoscenti. In fondo l’animale più feroce ha un animo mite se paragonato a quello di certi uomini.

“Sono qui, disteso sul mio materasso... La lampadina, che la sera dell’altro ieri il dottor Németi ha dipinto di un blu-ospedale, sfarfalla, si spegne e si riaccende. Fuori è scattato l’allarme aereo, ma la cosa ci lascia indifferenti. La stella gialla, il marchio che ci esclude dai piaceri dell’esistenza, ci protegge anche dai suoi affanni. Non temiamo gli attacchi aerei, né la morte in alcuna sua forma. I morti sono ovunque intorno a me...”.