Julien Offroy de La Mettriepp. 218 – Sellerio – Palermo 1993- ESAURITO -
Forse il materialista più estremo di tutto il pensiero illuminista. Autore de L’Uomo macchina, La Mettrie è medico e filosofo. La sua tesi fondamentale è legata all’organizzazione della vita come riflesso dell’organizzazione del corpo umano. Una macchina che ha per scopo il sommo bene terreno: la felicità.
Cade con l’Illuminismo la concezione del grande sistema filosofico, complesso, capace di abbracciare e spiegare il mondo e la realtà. Più modestamente, al sistema deduttivo viene sostituita normalmente l’analisi empirica. Il punto di partenza da cui inizia la riflessione filosofica con l’Illuminismo diventano i fatti nella loro realtà. Tutto il pensiero illuministico come pensiero che intende rigettare le basi filosofiche del tradizionalismo si pone quindi come una critica di ogni ectoplasma autoritario.
Insieme a d’Holbach e Sade, La Mettrie sigilla il messaggio antireligioso dell’Illuminismo costruendo un ateismo perfettamente concluso all’interno delle tesi materialiste. I limiti di questa concezione sono ben identificati da Schopenhauer: “L’Illuminismo fa la sua comparsa ogni volta che il razionalismo ha percorso una fase senza raggiungere la meta, così, verso la fine della filosofia scolastica e in opposizione a essa, si presentò come misticismo, specialmente tra i Tedeschi, in Giovanni Taulero, nell’autore della Theologia Deutsche e in altri, parimenti nei tempi più recenti, come reazione alla filosofia kantiana, in Jacobi e Schelling, come anche nell’ultimo Fichte. Ma la filosofia deve essere conoscenza comunicabile, perciò deve essere razionalismo. Per questa ragione nella mia filosofia ho concluso alludendo al campo dell’Illuminismo come a qualcosa che esiste, ma mi sono guardato bene dal muovervi anche un solo passo, anzi non ho nemmeno intrapreso a indicare le soluzioni ultime a proposito dell’esistenza del mondo, ma mi sono spinto soltanto fino dove è possibile sulla via oggettiva e razionalistica”.