Brahms, Bruckner. Maestri del tardo Romanticismo

Heinz Becker - Deryck Cooke
pp. 224 – Giunti-Ricordi – Milano 1992
Prezzo di copertina € 13,00
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I due grandi eredi della tradizione musicale tedesca, sul finire dell’Ottocento, ebbero uno sviluppo personale e musicale parallelo, anche se i loro caratteri erano profondamente diversi.
In questo libro è descritta la vita e le opere di due grandi musicisti che aprirono la strada alle innovazioni del Novecento, pure restando all’interno delle tecniche musicali classiche: Brahms e Bruckner.

Brahms viene spesso ricordato come un grande artista ma di relativa competenza teorica, invece penso che alcune sue opere, in particolare il Requiem, siano fra le migliori composizioni musicali mai scritte. Ogni Requiem, come si sa, corre costantemente il rischio di scivolare nella eccessiva ridondanza, nell’effetto per l’effetto, nella paura e nel dolore, nella salvezza sperata ma non sicura, escluso quello “ateo” di Brahms, assolutamente unico.

Le vicende della vita di Bruckner, con la sua dura scorza originaria di contadino, e le sue incertezze, non riescono a nascondere la sua grandezza musicale. Non so per l’esattezza che giudizio dare nei riguardi dell’opera nel suo insieme, né il lavoro di Cooke in questo senso aiuta molto, ma di certo qualcosa di preciso accade nel senso di un passaggio dalla “vecchia” musica alla nuova, specialmente nella Settima sinfonia. Lo smantellamento della lettura precedente avviene in direzione di una sottolineatura di alcuni specifici elementi stilistici e tecnici. Il valore timbrico di ciascuna nota è quasi isolato, senza naturalmente perdere l’organicità sinfonica, con un procedimento di rara esattezza quantitativa, per cui anche i passi più altamente drammatici scendono di intensità, diventando come ovattati, con grande interesse per i fraseggi minuti, le variazioni delicate, gli aspetti melodici da cesellatore, tutto ciò fino a fare diventare l’adagio l’elemento fondamentale di questa Settima, dove si possono leggere anche le trasparenze più leggere e generalmente irraggiungibili e forse anche per questo trascurate. So che queste scelte sono anche di natura tecnica e attengono ai mezzi di cui dispone l’esecutore, ma nello stesso tempo si tratta di tagli ideologici precisi, in una scelta temporale adeguata a quello che qualcuno considera come il nuovo spirito del tempo. Ricchezze formali da scoprire, possibilmente ascoltando la musica dal vivo, nel momento della lettura solo intuite.

Finché si vorranno considerare i suoni unicamente per l’azione che esercitano sui nervi, scrive Rousseau, non si conosceranno i veri principi della musica e del suo potere sui cuori.