
pp. 128 - il Saggiatore - Milano 1996
Prezzo di copertina € 9,40
Nostro prezzo € 4,70
Il materno oscuro e inesprimibile, dove pulsano i sentimenti inafferrabili, il punto oscuro dove l’inconscio coincide con il sogno, dove la razionalità si arrende e l’esperienza cede di fronte a una caligine fitta fitta.
Il possente eros femminile è beffa per l'ordine. Solo che la donna non lo sa. Mille accorgimenti razionalistici e ordinativi stanno lì a impedirglielo.
Questo libro segna la distanza abissale che passa tra la psicoanalisi, di ogni tendenza, e l’identità femminile, specificatamente nel problema della maternità, ottusamente sottovalutato dalle correnti dominanti del pensiero psicologico.
L'uovo è il simbolo della fecondità femminile. Atena, lontanissima e falsa donna, ha l’occhio glauco e vede nella notte come l’uccello che l’accompagna. La sua visione particolare è quella diritta dell’intelletto e della volontà, cioè della ragione. È dea della battaglia che non ha problemi a voltarsi indietro, e della vendetta, un pensiero senza ritorno e senza rammarico o ripensamento.
La grande Madre Rea unendosi col proprio figlio assume la forma del serpente. Questa immagine è fra le più adatte per raffigurare il movimento della vita che nel proseguire delle generazioni si attua attraverso le madri e le figlie.
Fuggire di fronte a un problema irrisolvibile è un’altra maniera per sopravvivere, sempre tipica della quotidianità. Figurarsi la Grande madre come un porto sicuro dove scampare alle insidie della negazione, ai pericoli del nulla. L’inesorabile viene avanti avvolto in questi vapori e spesso sorprende con qualcosa di imprevisto. Quando lo si interroga rivela il suo aspetto assoluto ormai abbandonato, il suo ricordo del tutto, lo spiraglio della morte. La nascita è più vicina alla morte di quanto non si supponga.
La natura terrorizza perché ispiratrice di azioni passionali e distruttive. Catastrofi, ira, odio, vendetta, assassinio. Malattia e guarigione, insania dell’assioma di Ippocrate. La forza contraria dell'ordine e del mondo, costruisce strutture e regole, uccide il mostro e la sua vitalità. Si cura da sola. Le categorie della salute e della malattia sono del tutto irrilevanti. L’ordine infinito delle contraddizioni fittizie, quella tra odio e amore, tanto per fare un esempio.
Se noi siamo la terra è la riflessione di tre donne, tre psicoanaliste, sulla maternità e sul regno delle Madri, per cercare di chiarire la radicalità e la diversità etica di questo regno. Un libro inesorabile, ma più ancora: un problema inesorabile.