Herman Hesse

Giorgio Cusatelli - Geiner Hesse
pp. 146 – Edizioni Studio Tesi – Pordenone 1991
Prezzo di copertina € 22,00
Nostro prezzo € 11,00

È una biografia per immagini. Potrebbe essere questo un cattivo biglietto di presentazione in quanto, come spesso accade, lo sforzo critico e narrativo si adagia sull’iconografia e di questa si fa schiavo e banale commento. Non è questo il caso del libro in questione che invece capovolge il termine del reciproco confronto tra immagine e riflessione. Il lettore è attratto dall’immagine, ma non ne ricaverebbe nulla di più di una semplice, e qualche volta banale, fuga nella propria memoria, fatta e assistita da somiglianza e ricordi personali, se non ci fosse il testo a inchiodarlo a riferimenti precisi, a considerazioni che occasionate dall’immagine da questa poi fuggono lontano, verso approfondimenti a cui la foto serve da sostegno ma non più di questo.

Hesse è poi autore che non ammette remore, o lo si legge per diletto, come molte volte accade, e allora la sua bibliografia è pronta ad offrire decine di testi adatti allo scopo – diletto, ma fino a che punto? – oppure per andare dentro le sue tematiche, i suoi problemi: il patriottismo, contrastato dal pacifismo, l’albagia culturale, frenata dall’autodidatta Hermann che mal si adattava a ogni accademismo, le mode dell’epoca, azzerate dalle sue fughe verso orizzonti talmente lontani da risultare impensabili perfino oggi che il mondo si è raccorciato come un vecchio vestito mal lavato.

Non c’è solo l’Hesse del viaggio, dell’assolutamente remoto che non consente bagagli al seguito, ma c’è anche l’Hesse del viaggio interiore, più quest’ultimo che il primo, del Gioco della vita che si alterna e si sovrappone a quello delle Perle di vetro. Maestro e allievo, allievo che si prepara a uccidere il maestro, secondo il grande insegnamento del Buddha, e viceversa maestro che istruisce l’allievo proprio a questa grande, e definitiva, rottura.

La felicità, in fondo, riflette Hesse, consiste effettivamente nello stesso mistero dei sogni, è fatta della loro stessa materia, essa sta nella “libertà di vivere contemporaneamente tutte le cose pensabili, di scambiare per gioco il dentro e il fuori, di fare scorrere come quanti il tempo e lo spazio”.