La vita e la storia di Ariadeno Barbarossa

[a cura di Giuseppe Bonaffini]
pp. 290 - Sellerio - Palermo 1993
- ESAURITO -

Khair ad-Din, detto Barbarossa, è stato uno dei più grandi comandanti della marina ottomana. Il testo della sua vita, romanzata certamente, si trova presso la Biblioteca comunale di Palermo ed è stato tradotto dallo spagnolo da Emanuele Pelaez alla fine dell’Ottocento e pubblicato su l’“Archivio Storico Siciliano”.

All’inizio del Cinquecento il Maghreb era una vasta entità politica priva di identità precisa. Confederazioni arabe e berbere convivevano e si scontravano tra loro. L’attività sul mare di queste popolazioni mediterranee era quella del brigantaggio per mare, altrimenti detto pirateria. Nel tentativo di porre ordine nella zona, la Francia e la Spagna fecero in modo, tramite le “lettere di corsa” di trasformare questi pirati in corsari, cioè in uomini inseriti in particolare strutture che combattevano per motivi più o meno religiosi alimentando la guerra tra fedeli e infedeli.

Non solo i Turchi ma anche i principi cristiani sostenevano questi corsari e li utilizzavano, nessuno in altri termini poteva restare neutrale in questa guerra di tutti contro tutti. La cacciata dei “mori” dalla Spagna, all’inizio del secolo XVI, alimenta questo esercito di corsari musulmani che finiscono per controllare non solo il canale di Sicilia ma anche quasi tutta l’Africa del Nord.

Le gesta corsare di Khair ad-Din divennero in questo momento così leggendarie da spingere il sultano Solimano ad affidargli la carica di “capitano di mare”, cioè il comando supremo di tutta la flotta ottomana. Inizia nel 1534 la conquista di Tunisi, che preoccupa moltissimo la Sicilia e la Sardegna, ma anche tutto il resto dell’Italia e della Spagna.

La vittoria di Carlo V su Ariadeno Barbarossa, costò decine di migliaia di morti, in massima parte siciliani, portò alla riconquista di Tunisi, e a una sorta di riequilibrio nello scontro secolare tra Islam e Cristianità.

La lettura di questa biografia solleva molti interrogativi riguardo il diffondersi e il fiorire dell’attività di compra e vendita degli schiavi, primaria fonte di reddito per questi corsari. Barbarossa, sconfitto a Tunisi rimase, fino alla morte, comandante di una flottiglia di corsari che attaccarono quasi in continuazione le coste della vicina Sicilia.

Lettura affascinante e densa di spunti per una ulteriore riflessione, anche moderna, sui rapporti di potere e sugli scontri di religione.