Il mare in fondo al bosco

Pinin Carpi
pp. 122 - Einaudi Ragazzi - Torino 1997
- ESAURITO -

Questo straordinario libro di Carpi è un libro per bambini. L’affermazione potrebbe sembrare fuor di luogo, ma è importante. Non contiene una teoria ma solo degli accadimenti, fatti che i bambini, e gli adulti che non sono morti per sempre a questa meravigliosa capacità di guardare il mondo in maniera diversa, possono capire, leggere o ascoltare, ma principalmente capire, quindi comprendendo farsi portare via, nei sogni che questi accadimenti nascondono. Un mare in fondo al bosco.

Dalla città di bambole con tante finestre fino alla giungla indiana il passo è breve, ma bisogna correre, anzi volare. Tutti sanno che i brigantini navigano solo col vento buono e che portano con sé, nella propria stiva, tanti fantasmi. Pirati che guardano un bambino e che decidono di non catturarlo, che cosa potrebbero mai farsene i pirati di un bambino? Fantasmi o scimmie? Più scimmie che fantasmi. E fanno un baccano terribile.

Il cielo smagliante di stelle e un pilota dalla lunga barba bianca. Un groviglio di case e di strade e una striscia d’erba lungo un muro. La nonna che aveva lasciato la porta socchiusa e il racconto, il racconto continua.

I libri per bambini devono essere appassionanti, non devono restare legati a una tesi precostituita, a un pregiudizio del narratore, a un volere insegnare qualcosa, servitori quindi di un realismo che alla fine annoia i piccoli fruitori, col risultato di fare opera di vana letteratura fine a se stessa. Il bambino non può essere torturato quando legge o ascolta una storia, si deve sentire partecipe delle avventure del Pilgrim e del vecchio marinaio Brian O’Donovan. Deve potersi sentire dentro l’Altair, un labirinto di corridoi, tunnel, stanzone, cabine, abitacoli, gallerie che giravano a destra e a sinistra, in su e in giù, una diversa dall’altra.

Il libro è un amico per il bambino, vive insieme a lui, o almeno vive accanto a una buona parte della sua vita, il bambino lo accarezza e lo tocca, più o meno rudemente, come fosse un suo amico con cui è abituato a giocare, lo legge molte volte, lo ascolta altrettante, senza stancarsi mai, perché quelle avventure non sono cristallizzare una volta per tutte in un quadro fisso, ma rinascono, spunti e canovacci che destano meraviglia, ogni volta che il bambino si accosta a loro.

Anche la lingua, questa volta ci riferiamo proprio alla lingua impiegata da Carpi, è un grosso problema perché questo miracolo del contatto continuato si verifichi. Il bambino di questa storia scappa da una storia fondata su un intrigo di strade buie e si tuffa nella storia di una giunga selvaggia, dove una progressione scatenata di avventure diventa inarrestabile.

L’accavallarsi degli accadimenti rende impossibile la tregua, il fermarsi a riflettere, così la noia si allontana, mentre vivaci apparizioni avventurose saltano e ballano davanti agli occhi del piccolo che legge o ascolta.

Adesso è con lui una piccola goccia di luce, e i suoi occhi la guardano mentre stanno per chiudersi prima di addormentarsi, una goccia di luce splendente che sfavilla nel buoi della notte che genera dei bei pensieri che conciliano il sonno pensando a un bosco con una gran quantità di gnomi, a un brigantino chiamato Pilgrim...

Accanto al letto il cagnolino apre un occhio e si accerta che tutto vada bene. Il bambino sta respirando lievemente mentre dorme a pancia in aria con i piccoli pugni serrati.