Letterati editori. L'industria culturale come progetto

Alberto Cadioli
pp. 224 – Il Saggiatore – Milano 1995
Prezzo di copertina € 9,50
Nostro prezzo € 4,75

“Non si fa storia della cultura – ha precisato Eugenio Garin – senza fare storia dell’editoria”. Questo è un libro che affronta il problema del rapporto tra autori e una condizione editoriale che forse oggi non c’è più, immersi come siamo in una realtà fatta di dirigenti d’azione e di indagini di mercato.

Fino ai primi del Novecento, l’editoria ha mantenuto un ruolo centrale nell’evoluzione della società e nel processo di formazione o trasformazione di generi e forme letterarie.

In una storia così concepita, con la sua vocazione globalizzante, l’analisi della mediazione editoriale diventa il luogo cruciale di riflessione sulle predominanti traiettorie culturali e strumento essenziale per studiare il delicato passaggio, di cui l’editore è presenza indispensabile, che porta dal testo dell’autore alla sua fruizione da parte del lettore.

Nel Novecento italiano il rapporto tra letteratura ed editoria si fa molto stretto. Siamo naturalmente ancora lontani da una “fabbrica del libro” con i connotati tipici della “produzione in serie” contemporanea, ma Cadioli rintraccia, nella riflessione di alcuni scrittori come Papini, Prezzolini, Serra (e poi Debenedetti e Calvino), o di editori come Carocci e Bonsanti, una puntuale attenzione al “pubblico” dell’opera letteraria, alla creazione di una cerchia di lettori. Non più umanisti puri, non ancora “manager”, questi intellettuali rappresentano un passaggio decisivo nella storia della cultura italiana.

Entusiasmante il capitolo che conduce il lettore all’interno della progetto e della realizzazione dei volumi della Biblioteca Universale Rizzoli, una delle iniziative culturali più affascinanti del secolo scorso. Piccoli volumetti che tutti hanno in mente e che all’epoca furono un travolgente successo anche in termini di vendita, oltre che diffusione della cultura. Angelo Rizzoli, Luigi Rusca e Paolo Lecaldano diedero vita alla BUR con l’aspirazione, come scrive Cadioli, di offrire a tutti la possibilità di leggere direttamente, acquistandoli in una collezione dai prezzi molto bassi, i maggiori scrittori delle letterature antiche e moderne. I piccoli volumi dalla copertina grigia e dalla struttura modulare – ogni volume di 100 pagine era venduto al prezzo di 50 lire, lo stesso prezzo di un settimanale, poco più di tre volte il prezzo del quotidiano – ebbero un successo straordinario. Tanto che, si racconta, Angelo Rizzoli avrebbe rimproverato Luigi Rusca: “Lei mi ha imbrogliato. Altro che cultura! Con questi libri qui si guadagna un sacco di soldi”. Tra il 1949 e il 1972 la BUR pubblicò 909 titoli in 2487 volumi. A partire dal 1974, sotto la direzione di Evaldo Violo e poi di Franco Grassi, l’impostazione della collana è stata profondamente rinnovata fino a trasformare la BUR in una vera e propria Casa Editrice, con un catalogo di oltre 3000 titoli, che ha affiancato alla tradizionale riproposta dei classici la pubblicazione di novità commissionate ad hoc.

“Studiare il legame che unisce la letteratura all’editoria – precisa Cadioli – significa dunque porre al centro dell’attenzione alcune istanze fondamentali dell’esperienza letteraria: la scrittura, la trasmissione a un lettore, la lettura, e riconoscere che la figura dell’editore assume il ruolo rilevante di operare direttamente nel processo di trasformazione del testo in un libro”.