
pp 364 - Bollati Boringhieri - Milano 1994
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La natura, anche a guardarla bene, diceva Goethe, è tutta grigia e noiosa, mentre l’albero d’oro della vita, risplende di colori. L’autore è uno scienziato, un biologo, ma non di quelli che nascono e muoiono nei laboratori, tra provette e vetrini, ma di quelli che vanno in giro per il mondo, in posti incredibili, per scoprire che cos’è la vita.
Il libro è un’autobiografia e anche una ricerca sui propri metodi di studio e di indagine scientifica, ma principalmente è una descrizione come l’autore è arrivato ai fondamenti di quella scienza che ha chiamato “etologia umana”.
Nella descrizione del primo contatto con gli Yanomami, ci sono le tracce di queste scoperte comparate: «Già allora – scrive Irenäus Eibl-Eibesfeldt – riflettei sul fatto che noi, in fondo, non facciamo nulla di tanto diverso quando, in occasione di una visita di stato, accogliamo l’ospite con la pompa militare di una guardia d’onore schierata. A questa marziale imposizione, un tempo sottolineata da una salva di saluto, si lega sempre un appello amichevole: ad esempio, l’offerta di un mazzo di fiori per mano di una bimba. La danza di saluto rappresentò per me un’esperienza chiave. Mi apparve chiaro che gli “universali” non si esprimono solo nell’immediatezza di gesti che riconosciamo identici ovunque – ad esempio, i moti spontanei della mimica facciale – ma anche nella somiglianza strutturale di innumerevoli rituali plasmati dalla cultura. Possiamo sottolineare la nostra forza con una danza di guerra, o una salva di saluto, con discorsi spavaldi o con una stretta di mano vigorosa; e gli appelli amichevoli possono essere dati dalla presenza di un bambino, da sorrisi, da discorsi amichevoli o dalla profferta di doni. E qui possono certo essere utilizzati moduli comportamentali di varia origine, sia improntati culturalmente che innati. Il “fenotipo” dei rituali di saluto cambia, ma le regole soggiacenti rimangono le stesse».
Continua Irenäus Eibl-Eibesfeldt: «A che punto ci troviamo, oggi? Come proseguiremo? Io forse non dispongo, come del resto nessun altro, del necessario distacco per formulare un giudizio sull'oggi. Ma, nella generale inquietudine che ci agita, ci rendiamo tutti conto di essere in corsa verso un punto di svolta, nel quale saranno poste le premesse di ogni futuro sviluppo. L'avvenire apparterrà all'individuo sovrano o alla massa? Come sappiamo, le società degli insetti sopravvivono assai bene. Anche l'Homo sapiens, dunque, potrebbe decidere di attingere a un analogo livello di perfezione organizzativa, e del resto la strada è già stata imboccata da tempo. Nel romanzo di Orwell 1984 e nel Brave New World di Aldous Huxley sono prefigurati i modelli di una evoluzione siffatta. Il primo descrive un sistema totalitario in cui la paura del Grande Fratello induce obbedienza passiva. Il secondo prospetta invece una società in cui i governanti riducono l'individuo in una situazione di dipendenza sfruttandone le pulsioni al piacere».
La conclusione è quella limitativa di qualsiasi ricerca scientifica che affaccia i propri interessi nel mondo dell’uomo, nella società: il secolo passato è stato teatro di grandi sconfitte dell’uomo, possiamo pensare a un mondo migliore? Irenäus Eibl-Eibesfeldt dice di sì, e fonda questa sua affermazione proprio sui risultati dell’“etologia umana”. Si possono avere tutti i dubbi che si vogliono sul fatto che la forma di governo della democrazia liberale prevalente sulle forme di governo totalitarie, non sia che un ulteriore abbaglio che presto si rivelerà una tragedia ancora più grande: carestie, disastri naturali-artificiali, guerre e olocausti inimmaginabili, ma si possono anche coltivare speranze positive. In fondo questo libro propende per la seconda di queste conclusioni, per la possibilità della costruzione e del mantenimento della pace mondiale.