
pp. 112 – Massari – Bolsena 2007
Prezzo di copertina € 6,00
Nostro prezzo € 3,00
Questa nuova traduzione del libretto di Pouget esce a distanza di più di quarant’anni della sua precedente, Edizioni La Fiaccola, ed è opera meritoria in quanto riporta all’attenzione un opuscolo stimolante, anche se da considerare datato per quel che riguarda i metodi di lotta non, ovviamente, per le intenzioni rivoluzionarie.
Redatto nella prima decade del secolo, Sabotage rappresenta il manuale più spedito e completo di teoria e pratica del sabotaggio inteso come strumento di lotta dei lavoratori contro lo sfruttamento padronale. Di lettura agevole, ricco di esempi significativi, provvisto di un naturale supporto giustificativo dei motivi che condussero il movimento operaio all’uso di quest’arma di lotta, Sabotage ha oggi la stessa freschezza e la stessa utilità dell’epoca in cui fu scritto e, ancora oggi, si pone di fronte alle stesse titubanze e alle stesse indecisioni del movimento operaio, quando non si pone davanti alla stessa delittuosa azione frenante posta in atto dai riformisti.
L’attività rivoluzionaria di Pouget si svolse quasi esclusivamente nel campo sindacale. Nel 1883 venne accusato di propaganda antimilitarista e arrestato. Nel corso di una perquisizione al giornale furono trovati opuscoli diretti all’esercito e opuscoli che parlavano della “propaganda con i fatti”. La manifestazione, che culminò con l’arresto di Pouget, vide per la prima volta nelle piazze la famosa bandiera nera. In testa al corteo erano, appunto, Pouget, Louise Michel e Mareuil.
La tesi di Pouget, in materia sindacale, è quella fondata sui princìpi fondamentali di natura rivoluzionaria. I lavoratori hanno il diritto e il dovere di attaccare i padroni, per strappare loro quella parte che questi ultimi rubano con l’ingordigia capitalista e con i processi di accumulazione, ma questa lotta deve essere basata sulla logica rivoluzionaria e sull’iniziativa della massa lavoratrice, non affidata, delegata, a rappresentanti che poi costituiscono strutture burocratiche, che possono magari prendere il nome di sindacati, ma che in definitiva non fanno altro che servire il padrone, vendendosi al migliore offerente, o restando legati al loro dialogo col potere.