
pp. 222 – Editalia – Milano 1991
Prezzo di copertina € 34,00Nostro prezzo € 17,00
- oppure -
pp. 318 - Einaudi - Torino 2007
Prezzo di copertina € 11,50
Nostro prezzo € 5,75
Rivalutare Salgàri è ormai una moda, consolidata da decenni di studi e di riverniciature letterarie. Alla fine oggi non è più possibile, per un ragazzo, godersi, come accadeva fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, una lettura diretta delle avventure di Sandokan senza sentirsi dire che in fondo, con tutte le sue approssimazioni e i suoi interminabili plagi, Salgàri era un grande scrittore.
Lo era veramente, Salgàri, un grande scrittore. Non proprio. Era un onesto, e infaticabile, lavoratore della penna, come uno qualsiasi dei suoi colleghi dell’epoca, scrittori cosiddetti d’ “appendice”, pagati qualche soldo a riga, costretti pertanto, per riempire la pentola quotidiana, ad allungare il brodo. Da qui le citazioni enciclopediche di luoghi, piante e animali mai visti, ovviamente, dall’autore, eppure lo stesso affascinanti per il giovane lettore. Chi scrive queste righe, accanito lettore di queste avventure da ragazzo, conoscitore approfondito di prahos, biburussa, kriss, dayachi, ramsinga, maharatti, lamantini, le pomponasse e i paletuvieri, sa bene la fonte di queste citazioni e di molte delle trame salgariane: i poemi di Byron, i romanzi marini di Victor Hugo, il Conte di Monecristo, il Vascello fantasma, Salambò, il Signore di Ballantrae, Conrad e lo stesso Gabriele d’Annunzio, eppure non ha perduto il ricordo romanticamente affettuoso di Sandokan, Yanez, Tremal-Naik e Kammamuri.