Storia degli sloveni in Italia 1866-1998

Milica Kacin Wohinz – Jože Pirjevec
pp. 150 – Marsilio – Venezia 1998
- ESAURITO -

Se all’inizio dell’Ottocento solo trenta persone erano in grado, nel territorio sloveno, di scrivere nella propria madre lingua, e se questo dato è vero per come asseriscono gli storici, il raffrontarlo con l’odierna vitalità di questo popolo è un’esperienza straordinaria. La storia degli Sloveni in Italia è per altro particolare, trattandosi di un rapporto secolare tra minoranza e maggioranza, caratterizzato da una conflittualità forse non ancora chiarita fino in fondo.

L’Italia, avendo anche propri problemi di identità nazionale, nel corso di tutto il secolo risorgimentale ha applicato una politica di snazionalizzazione nei confronti degli Sloveni “alloglotti” che, dopo la cessione del Veneto da parte degli Asburgo nel 1866, erano venuti a fare parte del Regno sabaudo. Tale politica continuò anche dopo il 1918, quando l’Italia occupò ampie aree del territorio etnico sloveno e croato, abitato da circa mezzo milione di “slavi”. Le tensioni che ne nacquero, alimentate dalla nascita sull’altra sponda dell’Adriatico di uno Stato concorrente, la Jugoslavia, aumentarono con il fascismo. Dopo il ’41, quando l’Italia attaccò coi tedeschi la Jugoslavia estendendo la sua sovranità alla cosiddetta “provincia di Lubiana”, la resistenza del Fronte di liberazione contribuì ad approfondire il solco tra le due nazioni. Nel secondo dopoguerra il riproporsi del problema della frontiera – tracciata stavolta in modo più favorevole agli Sloveni – non facilitò tuttavia i rapporti nelle aree di confine, anche a causa del regime instauratosi in Jugoslavia, che obbligò all’esodo migliaia di istriani di nazionalità italiana. La guerra fredda fra Est e Ovest, da cui nacque negli anni 1947-54 il Territorio libero di Trieste, aggravò le reciproche diffidenze e ostilità.

Questo libro fa vedere lo svolgimento storico di questo problema e culmina nelle vicende drammatiche del 1991, quando la separazione della Slovenia dalla Jugoslavia pose alle coscienze di tutti una situazione di guerra praticamente alle porte.