Opere

Charles Cros
A cura di Gabriele-Aldo Bertozzi
pp. 775 – Mondadori – Milano 1997
- ESAURITO -

Straordinario personaggio, Charles Cros, appartiene alla poesia e alla scienza. Riguardo la scienza fu inventore del fonografo, prima di Edison, e della fotografia a colori, riguardo alla poesia il discorso è più complesso.

È Cros stesso che si presenta:“Dunque, persone ben sedute, / Esenti da pensieri, / Diffidate del poeta, / Che può, avendo fame, / Cacciarvi, alla fine, / Qualche palla nella testa”. Ma non è il nemico di tutti e di tutto, in fondo apre la strada non solo ai simbolisti ma a tutta la poesia europea della seconda metà dell’Ottocento, alla migliore poesia europea.

In questo senso è lontano dai “poeti maledetti”, perché ha un’ironia e una consapevolezza distaccata che questi non posseggono. Nelle difficoltà della sua vita, dove manca tutti gli appuntamenti importanti, passa leggero come una nuvola, non ribellandosi nemmeno quando la sua invenzione del fonografo resta in un cassetto dell’Académie des Sciences, mentre Edison si arricchisce a livello mondiale. Cros non avrebbe mai attuato le medesime prospettive di Edison, quello che voleva, con il fonografo, era semplicemente dare voce alla poesia, consentire di ricordarla registrandola in maniera diversa dal libro. Non sarebbe mai stato al servizio dell’industria.

In fondo egli è consapevole di questo suo ruolo marginale, anche se non si sente emarginato, difatti non se ne lamenta. Non è uno snob, che vuole essere quello che non è, potrebbe definirsi un dandy, ma anche in questo caso si userebbe una collocazione ufficiale che non gli si attaglia.

D’altra parte se i surrealisti, a cominciare da Breton, lo hanno scoperto, non lo hanno capito.