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Orario
Da martedì a sabato
9.00 - 13.00 // 16.00 - 19.30
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LUNACY
Domenica 17 marzo 2024 - Ore 18.00
Presentazione di LUNACY
espone Serena Marcon, artista e autrice del libro
a cura dell'editrice Mariangela Vella
intervento musicale di Sunico
Montagne e territori ibridi tra urbanità e ruralità
Venerdì 23 giugno - Ore 18.30
Con al partecipazione della flautista Zinajda Kodrič.
Giovedì 22 giugno 2023 - Ore 18.00
L'algoritmo è davvero una mano invisibile che governa le nostre vite? Può decidere al posto nostro, modificare la rappresentazione di una categoria di persone, radicalizzare immaginari: ma cos'è questo insieme di regole che sembra influire in modo così preponderante nella nostra quotidianità? Cosa è cambiato rispetto a quando sono arrivati i social network, e come possiamo capirne il funzionamento per migliorare il nostro tempo?
A cura dell'associazione Bloom un incontro con l'autrice Donata Columbro
e Giada Arena, autrice, podcaster e content strategist.
Opere di Serena Marcon - LIVIDI BLU
La magia di Chesterton - Presentazione del libro "L'arte di stupire"
Mariano Tomatis ne presenta la nuova edizione accompagnando il pubblico in un percorso attraverso le stanze virtuali di un museo delle meraviglie. Un invito a ridefinire lo spazio della magia, auspicando che dai luoghi chiusi e deputati esondi nella vita di tutti i giorni e rifiutando l’idea che un'élite di maghi sia depositaria di un sapere riservato agli iniziati; perché, come ha scritto il collettivo Wu Ming in una recensione del libro, "quei maghi saremo noi, noi tutti, nessuna casta sapienziale, nessun superuomo, magia al popolo!".
Qui la presentazione della giornata.
Presentazione dei libri di Francesco Spagna
Il muso ispiratore
Logiche dello sfruttamento
Innanzitutto, per la guerra no
Edizioni Minotauro
Trieste, 2017
Edizione di 220 copie numerate. Le prime 15 portano allegato un originale di Ugo Pierri realizzato per l'occasione.
Copie 1-15 euro 120,00
Copie 16-220 euro 40,00
Alpine Studio
Gennaio 2016 - Sono arrivati molti libri Alpine Studio a metà prezzo: a breve sulla nostra newsletter il dettaglio dei titoli disponibili.
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Sabato 28 novembre 2015
Novità di ottobre in libreria
Inaugurazione
Il diritto alla pigrizia
pp. 174 – Massari editore – Bolsena 2002
Prezzo di copertina € 6,71
Nostro prezzo € 3,35
Del famosissimo e paradossale pamphlet di Paul Lafargue non occorre dire molto, pochi libri sono stati tanto diffusi a livello popolare negli ultimi cento anni. Chi scrive si ricorda che a Cluny, nel pieno centro di Parigi, alla fine degli anni sessanta, un vecchietto vendeva Le droit à la paresse, di cui aveva in mano diverse copie, passeggiando sotto l’Abbazia, ogni giorno da quasi quarant’anni. Affermò, sempre su richiesta di chi scrive, che negli ultimi quarant’anni, quindi dalla fine della prima guerra mondiale, ininterrottamente ogni giorno aveva venduto quello stesso opuscolo che lui stesso curava di fare ristampare, e secondo i suoi calcoli ne aveva venduto, solo lui, non meno di trentamila copie.
L’opuscolo ha questo di paradossale: è una costante denuncia contro le responsabilità del proletariato che, prestando la propria complicità, si lascia sfruttare amando in questo modo la frusta che lo colpisce.
La scrittura brillante e la ricchezza di aneddoti fa di queste poche pagine una lettura ancora oggi piacevole. La figura del suo autore, marito di Laura Marx, fu una delle più note ed affascinanti dell’ambiente internazionalista e socialista a livello mondiale.
Ma nell'edizione Massari c’è di più. La grossa introduzione di Dommanget, un erudito storico francese del movimento operaio, che qui, come in altre opere dedicate anche alla rivoluzione francese e all’anticlericalismo, manifesta con larghezza di mezzi la sua potente documentazione. Non fa solo la storia di Lafargue e di sua moglie, dal contestato (da Marx) fidanzamento al loro suicidio, ma anche una dettagliata storia del concetto, e del desiderio di non lavorare, di pensare ad una vita in cui finalmente sia possibile fare quello che si vuole.
Attenzione. Non bisogna confondere il lavoro di Lafargue con le teorie, del tutto moderne, di abolizione del lavoro e di distruzione del lavoro. Queste sono tutt’altra questione.
Il cardo
pp. 380 – Garzanti – Milano 1987
Prezzo di copertina € 19,00
Nostro prezzo € 9,50
Yashar Kemal (Yasar Kemal Gökçeli), nasce nel 1922 a Hemite, un piccolo villaggio di 60 case nella provincia di Adana, nel sud della Turchia. Da piccolo perde il padre, assassinato in una moschea. Nel 1950 fa ritorno a Istanbul e, dopo un periodo particolarmente difficile, trova finalmente lavoro come giornalista per il più importante quotidiano di Istanbul: “Cumhuriyet” (“Repubblica”).
Di sé scrive: “Ho sempre voluto essere il cantore della luce e della gioia. Ho sempre voluto che i lettori dei miei romanzi fossero uomini pieni d’amore: per gli altri uomini, per i lupi, gli uccelli e i coleotteri, per tutta la natura. E sono convinto che, su questo pianeta, le magnifiche culture degli uomini che risiedono nella mia terra porteranno il fertile paesaggio culturale a essere di nuovo verde”.
Si tratta di un libro che fa a meno agevolmente delle classiche modalità della narrazione occidentale. Le vicende epiche e leggendarie della regione del Tauro sono le più adatte a narrare lo spirito di rivolta della terra di origine dell’autore.
In una natura arida e incolta fioriscono i cardi. “Terre bianche – racconta Kemal – candide come ricotta, dove non spuntano alberi né erba né fichi d’India. Eppure i cardi crescono rigogliosi e fitti, sino a ricoprire ogni palmo di terreno”.
Il villaggio di Degirmenolu è circondato da una distesa di cardi. È come un deserto. Soltanto cardi. Un brigante che sia un vero brigante deve stare sui monti. Che senso ha l’amnistia? L’antica lotta tra sfruttati e sfruttatori non cessa per un accorgo governativo. Il di già conosciuto, come meccanismo della catalogazione e della miseria, è così contrapposto al territorio dell’implacabile deserto, dove tutto è sicuro di sé solo se realizza la distruzione dell’obbligo.
L’eremita digiuno, vestito di pelo di cammello, abituato a nutrirsi di cavallette è il simbolo della ragione. L’estremo territorio del vaglio critico conduce dove non c’è più nulla, se non il deserto. E, ora so, che il deserto alberga fantasie torride di scuoiamenti. Il mondo della storia, che si sviluppa nel campo, ha ucciso la vita nel momento del passaggio dal fare al fatto, il ghigno del diavolo, in caso contrario la storia sarebbe sempre il fare e mai il fatto. E questa storia viene da lontano, da una Turchia ancora feudale appena intaccata alla fine dell’Ottocento dalle prime avvisaglie del tempo moderno. Miserie peculiari e fantasie di adeguamento, tentativi di ottenere corrispondenze disciplinate con poco sforzo, abitudini del pensare e quindi del fare. Nemici e vittime della modernità, la sola strada percorribile per essere accettati nell’ora che sta sempre sulla soglia della completezza.
Amore e ribellione. Una infruttuosa ribellione foriera di morte, un amore che rimane insanguinato fra le spine dei cardi. La ribellione e la follia gli sono compagne, non certo la quiete e la tranquillità. Per i cercatori di calma non alberga in essa la felicità, è meglio che levando le tende si indirizzino altrove, dove per loro è l’orrore per altri la speranza di liberarsi dalla miseria.