Due nazioni. Nera e bianca: separate, ostili, ineguali

Andrew Hacker
pp. 356 – Anabasi – Milano 1993
Prezzo di copertina € 24,79
Nostro prezzo € 12,40

Un libro che fa vedere come di fatto funziona il razzismo americano, valido anche oggi, nell’epoca di Obama.
In fondo i meccanismi che questo lavoro mette in evidenza non sono molto cambiati in questi ultimi quindici anni. Ma per rendere conto di questa condizione difficilmente oltrepassabile occorre avere lo sguardo libero, capace di cogliere le ragioni dei neri ma anche quelle dei bianchi. Il razzismo lo si può condannare, spesso a parole, ma non basta: occorre conoscerlo per poterlo controbattere e, alla fine, battere.

Alcune teorie razziste sono penosamente ingenue. Causano però sofferenze, o partecipano a causarle, per cui cancellano ogni riflesso di tolleranza nel concetto di ingenuità. Ciò non toglie che molte teorie, apparentemente lontane dal razzismo, sono più sofisticate e meno ingenue causando un pari carico di sofferenze e disgrazie. Diffondere le condizioni intuitive che si avvertono non è possibile con la parola.

Il genocidio, lo stupro di massa, la schiavitù, lo sfruttamento, il razzismo, ecc., sono aspetti dell’esistenza umana che sono stati sempre verniciati di aspetto scientifico, e l’aver cercato di dimostrare il contrario (uno scienziato non può essere razzista o credente?) non ha fatto altro che riconfermare l’ampia disponibilità scientifica al massacro indiscriminato (tecnologia militare docet). La tante lamentele sui pericoli di un libero sfogo dei capricci e degli impulsi momentanei hanno dato il loro piccolo contributo alla costruzione dei lager di ogni tipo. Scrive Karl Jaspers: “L’animale non può che ripetere quel che già era, e non può andar oltre. L’uomo invece non può, per sua essenza, esser così come si trova ad essere. Può finire in vicoli ciechi, soggiacere a degenerazioni, pervertimenti, alienazioni, ma non può fare a meno di desituarsi perché il suo essere è esistenza possibile. A differenza dell’animale che si ripete nella compiutezza della sua situazione, l’uomo, pur essendo consegnato al suo esserci (situazione), vuole andare al di là di se stesso (desituarsi). Non si appaga se, chiuso in sé, in pace, null’altro deve essere che il quotidiano ritorno all’esserci. Non si riconoscerebbe più autenticamente se volesse esser uomo soltanto come si trova ad essere”. Regolare i propri istinti sulla base di un decalogo fornito da un’autorità moralmente superiore (quindi non revocabile in dubbio) è stato da sempre suggerito come mezzo sicuro per produrre l’assuefazione che attutisce dapprima ed elimina poi gli sfoghi e i comportamenti di cui sopra. La consuetudine all’ordine e agli ordini modifica gli uomini da esseri vitali in meramente esistenti. Apprendere a sublimare i propri istinti appiattisce la vita a livello di convivenza civile. La scienza suggerisce vie ben congegnate per giustificare questo appiattimento.

La lettura di questo libro è una guida per uscire da questo vicolo cieco.