
pp. XVIII+126 – Claudio Gallone Editore – Milano 1998
Prezzo di copertina € 17,00
Nostro prezzo € 8,50
Due buoni motivi per leggere questo libro, per meditarlo. Il primo è il testo di Rilke, come sempre imprevedibile, per altro di un Rilke quasi sconosciuto, guida di meno consociuti pittori di paesaggi, il secondo il testo introduttivo di Emilio Tadini, uno dei massimi artisti italiani contemporanei, passaggio tra il surrealismo e la pop art.
Worpswede è un paesino nella brughiera del Nord della Germania, dove Rilke si trova a soggiornare quando ha meno di venticinque anni. Dopo scriverà questi testi sul gruppo di pittori che da quel paesino prendeva nome. Questi erano Heinrich Vogeler, Fritz Mackensen, Otto Modersohn, Hans am Ende e Fritz Overbeck.
Tadini conduce per mano il lettore, con perizia tecnica ma con fantastiche deviazioni sul rapporto dell’uomo con la natura, dentro il lavoro di Rilke, che non svolge un semplice compito di “critico d’arte” (e come poteva essere possibile?), ma si addentra nei significati poetici della rappresentazione artistica della natura.
Un libro tutto da scoprire, un incontro (quello tra Rilke e Tadini) foriero di significati che solo un’attenta lettura può portare alla luce.
“C’è davvero moltissima gente che si attende da me non so proprio cosa, aiuto forse, o consiglio, da me che a mia volta mi trovo così smarrito di fronte all’incalzare delle necessità della vita! E anche se so che si ingannano, che sono in errore, mi sento tuttavia, e penso che sia immune da vanità, di comunicare loro qualcosa delle mie esperienze, qualche frutto della mia lunga solitudine”. (Rainer Maria Rilke, lettera dell’estate del 1921).