
pp. 44 – Babalibri – Milano 2003
Prezzo di copertina € 22,50
Nostro prezzo € 19,10
L’epoca di cui parla questo libro illustrano (per bambini?), fu fantastica, allo stesso modo in cui ogni epoca ormai trascorsa e perduta nel tempo è fantastica, cioè consegnata solo alla fantasia, per l’epoca successiva, lontana e quasi sempre inaccostabile.
I bambini giocavano con spade di legno, come fanno ancora oggi, ma quelle di oggi si comprano nei banchi dei supermercati, quelle di costruivano con due pezzi di lego incrociati e tenuti insieme con lo spago, un pezzo più lungo e uno più corto.
E il mondo, anche quello delle città, non era così angusto come lo è diventato oggi, c’erano sempre spazi dove giocare, se non altro perché creati dalle esplosioni della recente guerra. E non c’erano automobili.
E poi, e questo libro descrive bene questo aspetto fondamentale, mancava la televisione, mancava e nessuno ne sentiva la necessità. Semplice: direbbe qualcuno, visto che non se ne conosceva l’esistenza. Non è così, la necessità che tutti i bambini oggi avvertono della televisione non è determinata dal fatto che questa esiste, ma dal fatto che questo aggeggio esiste ed è vivo, di vita propria, è gestito e gestisce da chi gestisce la nostra vita, costruisce i nostri desideri e su questo progetto a lungo termini, fonda il futuro controllo di tutto il pianeta.
Tutto ruota attorno alla tecnologia. Le figure del passato, le signorine del telefono a cui bisognava chiedere l’allacciamento per una interurbana, o i carbonai che consegnavano, spaventosi di nerofumo, i sacchi di carbone e di palline di polvere di carbone, per riscaldamento e per cucinare, sono personaggi di favole che non è più possibile nemmeno raccontare.
Ma della tecnologia e dei suoi pericoli bisogna invece dire qualcosa. E questo libro, indirettamente, qualcosa la dice, e la dice all’utente privilegiato, la dice ai bambini.