Piccolo catechismo a uso della classe inferiore

August Strindberg
pp. 64 – Guanda – Parma 1989
- ESAURITO -
Scritto tenendo conto del più famoso Catechismo del rivoluzionario, attribuito a Bakunin ma scritto da Necaev qualche decennio prima, questo Piccolo catechismo a uso della classe inferiore costituisce un enigma. Alla fine delle tante illazioni, qualcuno ha pensato bene di supporre che forse si è trattato di uno scherzo. Può darsi. In effetti delle tante cose pazze scritte da Strindberg, questa costituisce un esempio a parte.

È uno scritto che pretende indicare il percorso per un violento processo di liberazione realizzato dagli sfruttati attraverso una quale che sia rivoluzione, ma non ci sono indicazioni precise. Il presunto anarchismo del suo autore è davvero presunto da alcuni critici piuttosto sprovveduti, tutto qui. Più che altro si tratta di un lungo e affascinante elenco delle sue insofferenze. L’uso non era quindi diretto alla classe inferiore, mai indicata con nettezza di dettagli, cosa che gli era del tutto impossibile, ma era diretto specificamente a se stesso. Ma i nemici più accaniti di Strindeberg erano, come i suoi lettori sanno benissimo, proprio la sua incostanza, la sua caparbietà nell’insistere in direzioni senza sbocco, la sua visionarietà, la sua esaltazione, il suo entusiasmo. E sono proprio questi nemici che fanno la sua grandezza.

Leggendo le tirate, contenute in questo libretto, contro le rivendicazioni femministe dei suoi tempi si resta sbalorditi. Dichiarazioni reazionarie che vengono a disdire e a sommergere le affermazioni progressiste e rivoluzionarie fatte poche pagine prima. Ma Strindberg è proprio così. Leggendolo è inutile affidarsi all’orientamento di una mappa, il labirinto fa esplodere la struttura lineare dei progetti categorici, una continua prova di forza con il lettore.