
pp. 108 – Studio Tesi – Pordenone 1992
- ESAURITO -
Il genio di Wagner non si racchiuse soltanto nella redazione di grandi opere musicali ma, in armonia con la tesi dell’opera d’arte totale, si indirizzò anche ai problemi del teatro (fin nei minimi particolari scenici – collocazione della buca per i musicisti, illuminazione, sistemazione della platea, ecc.) e a quelli della direzione orchestrale.
Questo libro, scritto in appena tre mesi, è il migliore testo di Wagner sui problemi della interpretazione musicale, non solo delle sue opere, ma della musica operistica in generale. Inoltre riassume il pensiero estetico del grande musicista.
Per Wagner l’opera del direttore d’orchestra è diretta essenzialmente a interpretare il testo musicale, per interpretare però occorre cogliere il melos e questo è possibile farlo solo dopo un attento studio della partitura. Il melos può essere un disegno ritmico, un frammento di dialogo sinfonico, un particolare colore orchestrale, ma una volta percepito deve essere allargato a tutta l’interpretazione e questo è il compito di chi dirige l’orchestra. In altre parole, il melos non è solo il canto, ma il tempo, il ritmo, l’accento, ecc., senza che sia possibile individuare dove uno di questi elementi prevale sugli altri in modo definitivo.
Come si raggiunge questa comprensione? si chiedeva Andrea Della Corte: “Basta l’emozione? Il buon gusto? Basta la pratica d’uno stile, d’un tempo? O non è proprio questa la più difficile scoperta e certezza, perché la più segreta e intima?”.
Bisogna leggere questo incredibile libro per rendersi conto della potenza musicale e dell’acume critico di Wagner, egli ribalta da cima a fondo il mondo dell’esecuzione musicale del suo tempo e apre la strada ai grandi direttori d’orchestra, da Hans von Bülow a Hans Richter, fino a Felix Mottl, Herman Zumpe e Anton Seidl, che costituiscono la grande scuola da dove usciranno poi, in anni anche a noi recenti, i migliori direttori contemporanei.